FUNIVIA DEL LAGO MAGGIORE

L’unico modo per raggiungere il Sasso del Ferro e le sue infrastrutture, da Laveno Mombello si sale dolcemente con un impianto di comode telecabine biposto aperte e chiuse, fino quasi alla sommità del monte Sasso del Ferro (alt. mt. 1.100 circa) da dove si può ammirare, nel silenzio solenne della natura, un grandioso e incantevole panorama sul Lago Maggiore, le Alpi, le Prealpi, i laghi lombardi e la pianura Padana. Durata di circa 10 minuti.

BIDONVIA

La funivia del lago maggiore è stata progettata con dei bidoni biposto per godere al meglio la vista panoramica durante la breve salita

ORARI 2024

 

Date
Da Lunedì
a Venerdì
Sabato
Domenica
DAL 8 GENNAIO AL 9 FEBBRAIO
IMPIANTO
CHIUSO
IMPIANTO
CHIUSO
IMPIANTO
CHIUSO
DAL 10 FEBBRAIO AL 3 MARZO
IMPIANTO
CHIUSO
10,30 – 16,30
Ultima discesa
ore 17,30
10,30 – 16,30
Ultima discesa
ore 17,30
DAL 4 MARZO AL 24 MARZO
IMPIANTO
CHIUSO
10,30 – 16,00
Ultima discesa
ore 17,30
10,30 – 16,30
Ultima discesa
ore 17,30
Date
Da Lunedì
a Giovedì
Venerdì
e Sabato
Domenica
e Festivi
DAL 25 MARZO AL 31 MAGGIO
11,00 – 16,30
Ultima discesa
ore 17,30
11,00 – 20,00
Ultima discesa
ore 22,00
10,00 – 20,00
Ultima discesa
ore 22,00
DAL 1 GIUGNO AL 8 SETTEMBRE
11,00 – 21,00
Ultima discesa
ore 22,30
11,00 – 21,00
Ultima discesa
ore 22,30
10,00 – 21,00
Ultima discesa
ore 22,30
DAL 9 SETTEMBRE AL 13 OTTOBRE
11,00 – 17,00
Ultima discesa
ore 18,00
11,00 – 20,00
Ultima discesa
ore 22,00
10,00 – 20,00
Ultima discesa
ore 22,00
DAL 14 OTTOBRE AL 3 NOVEMBRE
11,00 – 16,30
Ultima discesa
ore 17,00
11,00 – 20,00
Ultima discesa
ore 22,00
10,00 – 18,00
Ultima discesa
ore 19,00
Date
Da Lunedì
a Venerdì
Sabato
Domenica
DAL 4 NOVEMBRE AL 7 FEBBRAIO
IMPIANTO
CHIUSO
IMPIANTO
CHIUSO
IMPIANTO
CHIUSO

Nota bene: Gli orari di funzionamento sono indicativi e soggetti a variazione in funzione delle condizioni atmosferiche, l’impianto rimane chiuso a insindacabile giudizio del capo servizio, del direttore di esercizio o della società di gestione.

Si consiglia di contattare anticipatamente la biglietteria o Sig.ra Paola cell. 335 5946184.

TARIFFE 2023

Adulti andata e ritorno 12,00 €
Adulti andata 8,50 €
* Ridotti andata e ritorno 8,50 €
* Ridotti andata 6,00 €
** Nucleo familiare – ciascun genitore 11,50 €
** Nucleo familiare ciascun figlio 3,50 €
*** Residenti  a Laveno Mombello andata e ritorno 5,50 €
*** Residenti  a Laveno Mombello andata 4,50 €
Adulto con attrezzatura sportiva giornaliero 18,00 €
Attrezzatura sportiva andata 3,50 €
Cani 3,50 €
Abbonamento annuale  150,00 €

*      Hanno diritto al biglietto ridotto: bambini fino a 12 anni non compiuti, invalidi, disabili, militari, soci C.A.I., residenti in Comunità Montana della Valli del Verbano e comitive con più di 25 persone.

 

**    Il nucleo famigliare deve essere composto da genitori e figli fino a 12 anni non compiuti, non è prevista la sola andata.

 

***   Hanno diritto alla tariffa residenti Laveno Mombello i seguenti soggetti:

scolaresche; personale dipendente dell’Ente Provincia di Varese o del Comune di Laveno Mombello o della Comunità Montana delle Valli del Verbano; giornalisti italiani e stranieri.

 

Ulteriori condizioni particolari:

– OVER 65 dal lunedì al venerdì biglietto ridotto

– Abbonamento annuale Euro 150,00

 

Tariffe agevolate per operatori turistici della Provincia di Varese

(alberghi, agenzie viaggio, ristoranti, autolinee trasporti).

Tutte le agevolazioni non sono cumulabili.

LA STORIA

L’impianto di risalita a fune di Laveno Mombello porta in circa 15 minuti, dal centro di Laveno, verso la vetta del monte Sasso del Ferro raggiungendo la località “Pizzone”, impropriamente detta “Poggio S.Elsa” e prendendo così il nome della moglie del primo costruttore, un’imprenditore di Legnano.

Da questo punto, si gode di una vista mozzafiato sui laghi varesini, ed in particolare sul Lago Maggiore. L’idea di un impianto di risalita, venne al Rag. Mario Bianchi, mentre l’avvio dei lavori di costruzione, risale al 1960, a seguito del reperimento dei terreni necessari, che videro un’importante donazione da parte della famiglia Terruggia, che cedette il proprio terreno per una simbolica cifra di una lira ed ottenne, un mai rispettato privilegio di accesso perpetuo all’impianto di risalita. Altri terreni vennero messi a disposizione dal comune e da privati.

Il primo impianto venne costruito dalla ditta Telemeccanica Atesina, per un gruppo di azionisti dell’epoca, impianto che poi venne revisionato dalla ditta Panzeri di Milano che ne cambiò i cestelli per il trasporto delle persone. L’impianto venne inaugurato nella primavera del 1963, il 24 di aprile .

Nel 1965 passò di mano alla società Rossi & Mattioni di Gemonio, (Paolo Rossi e Gianpaolo Mattioni). In quegli anni lo stesso Mattioni apri il piccolo comprensorio sciistico sul Sasso del Ferro, composto da una manovia e da una sciovia, dove si svolsero i “Giochi delle Gioventù” a livello provinciale nel 1974.

La sciovia, costruita dalla ditta Leitner, era denominata “Giove” e partendo dal “Poggio Sant’Elsa”, quota mille metri, si raggiungeva la vetta del monte Sasso del Ferro posta a 1062 m – s.l.m.. Venne anche messo in funzione un potente “cannone delle nevi”. La piccolissima stazione sciistica restò in funzione fino ai primi anni ’80, quando, a causa delle scarse nevicate e della bassa altitudine che non ne permetteva l’uso del cannone delle nevi, per via delle temperature, chiuse i battenti. I ruderi della sciovia e della manovia sono tutt’ora visibili in vetta. La stazione d’arrivo, sin dagli anni sessanta è andata popolandosi di antenne televisive, radiofoniche e di servizio, vista la sua importanza strategica e geografica di “ponte”, fra le varie situazioni di collegamento e trasmissione. La fila di bidoncini, prima colorati di giallo, ora più armonizzanti con l’ambiente, sono dipinti di verde, dopo che l’impianto, entrato in esercizio nella primavera del 1963, è stato in due fasi successive quasi completamente rimodernato.

Con i suoi 50 anni di “servizio turistico-sportivo”, la Funivia del Sasso del Ferro è nei ricordi dei lavenesi una realtà, entrata da tempo nel paesaggio dello stupendo e suggestivo golfo lavenese.

Meta turistica, che registra una nutrita presenza di ospiti stranieri, è anche meta di gite scolastiche e/o oratoriane, di gruppi della terza età, oltre a comitive guidate da tour operator, che la fanno rientrare in un triplice pacchetto di itinerari turistici di grande richiamo, quali l’Eremo di Santa Caterina, le Isole Borromeo e la vista panoramica del Lago Maggiore dal Sasso del Ferro, i cui versanti scendono vertiginosamente verso il golfo e il Lago. Ma anche quando a Laveno si passeggia avanti e indietro sul lungolago, (le vasche) oltre al traffico dei traghetti e delle imbarcazioni sul lago, è bello alzare lo sguardo e vedere il cielo punteggiato dalle vele colorate dai parapendii e deltaplani, cosi come il via vai dei cestelli dell’impianto che trasportano turisti verso la vetta.

Vetta sulla quale l’attore lavenese Renato Pozzetto, ambientò le riprese del film “Il Volatore di Aquiloni” o “Milano nel Mondo”. E’ dal 1975 che Laveno Mombello, grazie alla “Funivia”, è diventata la patria Europea del Volo Libero. Da questa realtà sportivo-turistica, uno dei proprietari, Gianpaolo Mattioni, coniò il detto “La.. dove osano le aquile”. Dieci anni fa, al quarantesimo traguardo della struttura, si giunse alla normale “Fine Tecnica” dell’impianto e viste le difficoltà nel finanziare un puntuale e regolare ripristino da parte della proprietà Mattioni&Rossi, si era diffusa la voce di una possibile chiusura della “Funivia”. Vi fu allora, da parte della Pro Loco di Laveno Mombello, una immediata alzata di scudi con la raccolta di migliaia di firme per la salvaguardia dell’impianto, visto che questi trasportava mediamente 50.000 turisti ogni anno, dalla primavera all’autunno, in prevalenza stranieri. Quindi un importante volano turistico ed economico per il territorio. A rispondere all’accorato appello di esercenti, commercianti e popolazione, fu per prima la stessa Provincia di Varese, a cui fece eco il Comune di Laveno Mombello (sindaco Sergio Trezzi) e la Comunità Montana della Valcuvia.

La stessa Regione Lombardia, proprio quando lo stop agli impianti, sembrava ormai imminente, resasi conto che si sarebbe persa un’attrazione turistica e un pezzetto di storia e costume locale, intervenne con un proprio finanziamento.

Nel novembre del 2003 la Società Funivie del Lago Maggiore, grazie ad un contributo di 25.000 euro stanziato dalla Provincia di Varese riuscì a vincere il bando regionale per la “Concessione di contributi ed interventi per l’innovazione tecnica, l’ammodernamento ed il miglioramento del livello di sicurezza degli impianti a fune”. Si ottenne una proroga alla chiusura fino al 26 Settembre 2005, periodo utile al rifacimento dell’impianto. Ma per completare i lavori occorrevano altri fondi: mentre i 775.278 euro del bando regionale costituirono il primo finanziamento per realizzare i lavori necessari. I successivi interventi elettromeccanici sull’impianto primario, gli interventi strutturali di ripristino e adattamento dello stesso, le varie opere edili connesse e gli accertamenti tecnici, fecero lievitare il preventivo fino a 2.232.965 euro. Intervennero per questo, il Comune di Laveno Mombello e la Comunità Montana della Valcuvia con 500.000 euro, mentre la Provincia di Varese erogò altri 1.290.319 euro, parte dei quali reperiti tagliando le indennità di carica dei suoi Amministratori, su decisione dell’allora presidente Marco Reguzzoni, e questo rese finalmente possibile portare a compimento il progetto d’intervento.

I lavori, iniziati il 22 Dicembre 2004 vennero portati a termine il 25 gennaio 2006. La costruzione del nuovo impianto, venne affidato alla ditta CCM Finotello, che mantenendo le stazioni di base e monte, sostituì tutti i piloni portanti, con dei fusti poligonali, abbattendo anche il caratteristico pilone d’avanstazione in cemento armato della stazione a monte, oltre ovviamente alla sostituzione delle funi. Con l’inaugurazione del 31 marzo, presenti il presidente della Provincia Marco Reguzzoni, quasi tutta la giunta provinciale e le autorità locali, la Funivia del Lago Maggiore è stata riaperta al pubblico definitivamente.

La nuova Funivia del Lago Maggiore, oggi ben gestita da Giampaolo Brusa, resta un fiore all’occhiello del turismo per la sponda lombarda del Verbano. L’impianto, oltre alle migliorate condizioni di massima sicurezza, offre con i suoi 731 metri di dislivello, un panorama unico e suggestivo sul territorio delle prealpi.

Le nuove cabine, sono leggermente più ampie delle precedenti ed ospitano due persone, si parla inoltre di 53 cabine aperte e, altra novità, ben 27 cabine chiuse, che aumentano nella stagione invernale, rendendo il viaggio sicuramente più confortevole e assicurando cosi il servizio in ogni stagione. L’impianto ha una portata oraria di 284 persone. Una volta arrivati sulla terrazza detta di “Poggio S.Elsa”, si gode di un paesaggio a 360 gradi: dalla pianura, con i paesi tra i quali corrono le automobili piccole come giocattoli, fino all’inconfondibile massiccio del Monte Rosa, perfetto e maestoso. E poi i laghi, in una scenografia mozzafiato, con le spesso innevate montagne svizzere. In giornate terse e leggermente ventose, con un cannocchiale si possono scorgere all’orizzonte, oltre a Malpensa, anche le guglie del Duomo di Milano. D’estate con il sole la balconata e i prati circostanti diventano un solarium naturale, dove assistere al lancio dei deltaplani e parapendii. La stazione d’arrivo della funivia inoltre offre tutti i confort necessari: il bar, che prepara piatti freddi e panini, mentre il ristorante, con splendida vista lago, offre gustose specialità gastronomiche e servizio di catering per banchetti, matrimoni o feste.

Grazie anche ad un’ampia terrazza panoramica, che all’occasione può essere coperta. Per chi volesse passare una notte vicino alle stelle, è possibile pernottare presso l’Albergo Ristorante Funivia, con le sue 18 camere a tre stelle e la sera, si gode di uno spettacolo notturno incantevole ed unico dei laghi varesini. Volendo sgranchirsi le gambe senza troppa fatica, si può scendere fino all’abitato di Casere, in meno di 20 minuti lungo una mulattiera ripida solo nel primo tratto. Qui si trova “La Gigliola,” ristorante con la sua rinomata cucina rustica, e poco distante, in direzione Vararo, vale la pena di fermarsi presso l’Azienda Agricola Capra e Cavoli dove si possono acquistare ottimi formaggi di capra tra i quali si segnala la specialità Baci di Vararo, un formaggio di capra a latte crudo. Quindi si può decidere di tornare a Laveno risalendo fino alla stazione della Funivia; oppure, se si ha voglia di camminare, è possibile scendere a piedi lungo la mulattiera segnata di giallo-verde, (l’Anulare Valcuviano) attraverso boschi di latifoglie fino alla frazione di Monteggia.

Diversi sono i sentieri montani che dipartono dalla vetta con possibilità di praticare trekking di montagna e mountain bike, per quest’ultimo sport vi è la possibilità di trasporto in vetta con l’impianto di risalita sino a “Poggio S.Elsa”.

Ma per la pratica dei sentieri montani, la nostra Prociv lavenese consiglia un equipaggiamento consono e vista la presenza di zone impervie e pericolose la Protezione Civile di Laveno Mombello raccomanda di non abbandonare mai la sentieristica principale.

50 ANNI

Con i suoi 50 anni di “servizio turistico-sportivo”, la Funivia del Sasso del Ferro è nei ricordi dei lavenesi una realtà, entrata da tempo nel paesaggio dello stupendo e suggestivo golfo lavenese.